“Ti piacerebbe entrare nella casa dello Specchio?”
Questa è la domanda che Alice rivolge alla sua gattina Kitty. Alice infatti parla di una casa uguale alla sua dove tutto però è al rovescio, di cui può vedere solo una piccola parte, ma che immagina essere completamente diverso e nuovo.
“Un attimo dopo Alice fu al di là del vetro e con un saltino entrò nella stanza dello Specchio. Per prima cosa guardò se ci fosse il fuoco nel caminetto e fu contentissima di scoprire che ce n’era uno vero, che ardeva vivace come quello che si era lasciato dietro.”
[Through the Looking-Glass, and What Alice Found There - Lewis Carroll, 1871]
A differenza dell’ingresso nel “Wonderland”, frutto di casualità di cui Alice subisce l’illogicità, in “Al di là dello specchio” subentra questa volta in lei un atteggiamento nuovo, coraggioso e volontario, mosso dal vivo interesse a scoprire una realtà nuova, meramente enigmatica, che la spinge ad avventurarsi in esso.
È consapevole di dover giocare una partita a scacchi, la cui posta è arrivare ad una piena comprensione, che si svolge in situazioni punteggiate dall’incontro con personaggi strampalati ma campioni di una ridente umanità, simboli allo stesso tempo degli interrogativi esistenziali che accompagnano il nostro vivere quotidiano.
La Casa dello Specchio sembra essere un mondo di difficile accesso al primo passo, una realtà speculare, apparentemente immobile, di cui si ha paura perché riflette in un istante un mondo sottosopra, forse una metafora del nostro mondo interno, costantemente influenzato da ciò che accade al di fuori.
E senza la sua curiosità Alice non potrebbe accedervi e vedere il fuoco ardere e non potrebbe iniziare la partita.
Il termine “Curiosità” deriva dal latino “curiosus” e significa “chi si cura di qualcosa”, rievocando quel desiderio, quell’interesse che ci spinge ad avere attenzione verso qualcosa o qualcuno, rievocando anche il personaggio di Alice, preso in prestito dal mondo letterario.
La curiosità rappresenta quella capacità di andare oltre ciò che ci appare e oltre ciò che crediamo di sapere già.
È la motivazione intrinseca che ci consente di esplorare il mondo al di fuori di noi, di sperimentarci durante il nostro percorso di crescita, di fare e rifare esperienze.
Ci permette di entrare in relazione: di dare spazio all’altro, condividendo, confrontandoci e mettendoci continuamente in discussione.
La curiosità è leggere, scrivere, creare, modellare: è fruire il più possibile di una qualsiasi opera d’arte, quadro, melodia, nota, parola scritta. Ed è nuovamente tutto ciò: rileggere, riscrivere, ricreare, rimodellare, riosservare.
La curiosità è l’antidoto alla noia.
E ri-conoscere ancora, e ancora.
Essere curiosi significa quindi essere alla continua ricerca di conoscenza, una ricerca che riguarda anche noi stessi.
È solo grazie ad essa infatti che possiamo entrare in contatto con il nostro mondo interno, quello spazio psichico, spesso indecifrabile, che ci sembra essere alla rovescia.
È la chiave allora per andare “al di là dello specchio”, accedere a noi stessi e poter dare significato a emozioni, vissuti, desideri, sogni.
È lo strumento iniziale per poter intraprendere un percorso di conoscenza di sé e di rinarrazione della propria storia, che a volte necessita di una giusta guida.
È una capacità infatti che richiede coraggio.
La curiosità infatti richiede di scegliere, di prendere nuove direzioni mentre siamo già in viaggio, di affrontare il cambiamento che non avevamo previsto.
Richiede di uscire dalla propria immobilità psichica perché significa non solo farsi domande ma anche ascoltare le risposte, quelle risposte che potrebbero farci mettere tutto in discussione e rivoluzionare le nostre vite.
Essere curiosi infatti significa concedersi di sperimentare nuove emozioni e ritornare a dare ascolto anche alle parti più infantili di noi, quelle stesse parti che riuscirebbero ad immaginare una partita a scacchi con buffi personaggi surreali al fine di mangiare la regina rossa.
La curiosità è la spinta motivazionale alla vita e va quindi nutrita, ascoltata, assecondata, “curata”, ogni giorno.
Dr.ssa Giulia Prinzi – Psicologa Psicoterapeuta
Fonti:
Kidd C and. Hayden BY. The psychology and neuroscience of curiosity. Neuron. 2015 November 4; 88(3): 449–460. doi:10.1016/j.neuron.2015.09.010
https://www.attualmentepsi.com/single-post/2016/04/13/Il-potere-della-curiosit%C3%A0