Pur essendo innegabili le conseguenze emotive e psicologiche che la quarantena comporta sul benessere psicofisico, emerge ora più che mai il valore positivo della tecnologia nell'attenuare gli effetti collaterali dell’isolamento.
Al di là del restare in contatto con i nostri cari e amici, molte sono le iniziative e gli enti che offrono intrattenimento digitale: visite nei musei, allenamenti sportivi, canali di streaming, ecc.
Insomma ognuno ha possibilità di mantenersi attivo e social, anche se virtualmente.
Ci sono poi quelle persone che trovano rifugio e consolazione anche in un altro tipo di relazione virtuale, interagendo e coltivando un legame affettivo con sconosciuti, con cui riescono a ricreare una sorta di intimità. Si tratta di ciò che gli psichiatri Donald Horton e Richard Wohl (1956) hanno definito interazione parasociale, ovvero quel tipo di relazione che si può creare tra persone che non sono mai entrate in contatto diretto tra loro, ma che cinema, televisione e ora anche Internet danno l’impressione di conoscere. La relazione parasociale è un rapporto in cui la reciprocità non si basa sulla realtà, bensì è simulata perché lo spettatore vedendo l’altro (attore o personaggio famoso che sia) sente di essere in comunicazione diretta con lui. È da questa impressione che nasce quella illusione di intimità che fa sì che percepiamo il nostro idolo come un nostro amico o conoscente. Infatti, l’uomo necessita di relazioni per soddisfare i propri bisogni psicologici e tali bisogni possono essere soddisfatti anche da quella persona irraggiungibile di cui tutti siamo o siamo stati fan per un periodo nella vita.
Lo psicologo americano George Stever ha elencato le perse fonti di attrazione per comprendere quali sono i bisogni psicologici che la relazione parasociale soddisfa:
- Abilità e performance del vip: il vip può essere fonte di ispirazione e motivazione nel coltivare un talento o desiderio.
- Attrazione romantica: suscita e alimenta fantasie in modo da far provare emozioni in un contesto sicuro.
- Idealizzazione: porta ad una sovrastima delle qualità del personaggio, con conseguente eliminazione dei difetti e giustificazione degli atti.
- Identificazione: viene utilizzata per costruire un'immagine di sé ricercando elementi comuni, veri o presunti.
- Attaccamento: ci si può sentire legati a personaggi che fanno provare emozioni.
Ma tornando alla situazione attuale e all'emergenza in corso degli ultimi mesi, se è vero che grazie ad Internet il mondo si è arricchito di una realtà virtuale parallela che regala quella libertà illusoria è vero anche che si è sempre dietro uno schermo tra le proprie mura. Che si tratti di un rapporto reale o simulato come le relazioni parasociali, il dialogo a distanza genera solitudine. I social network possono sicuramente superare i confini geografici per restare in contatto con la propria rete sociale ma non sono in grado di offrire gli elementi necessari della comunicazione umana che fanno sentire il vero calore umano. In rete si può provare solidarietà grazie alla conpisione di un messaggio, uno stato emotivo o partecipando ad una raccolta fondi per una buona causa (si pensi alle tante campagne lanciate dall'inizio dell’emergenza Covid-19) ma non essendo possibile vivere in maniera completa la relazione nei suoi aspetti comunicativi, è più difficile provare empatia e attingere a quel calore umano. E' proprio per questo motivo che le persone hanno sentito il bisogno di ritrovarsi fisicamente per sentirsi meno sole e per darsi forza, affacciandosi sul balcone a cantare contro la paura. Ognuno da casa propria ma insieme, alla stessa ora, guardandosi negli occhi, lontani ma vicini ad abbracciandosi virtualmente.
La musica e la vicinanza emotiva e fisica di dirimpettai e condomini, hanno unito e confortato più di ogni altro mezzo di telecomunicazione, trasmettendo il calore di un abbraccio e la forza per non arrendersi. Si è sviluppato un senso di appartenenza e di comunità che ha valicato i confini nazionali, commuovendo e ispirando il resto del mondo.
Due sono stati gli elementi indispensabili che hanno permesso che ciò avvenisse:
- la musica che unisce senza distinzione, che è cura per l’anima e antidoto capace di abbattere la paura, l’odio e l’indifferenza.
- il contatto visivo che resta il mezzo di comunicazione più potente ed ineguagliabile.
Un saluto
Dr. Matteo Mentuccia