Lo stress è un fattore naturale e inevitabile della vita ma lo stress eccessivo e prolungato può portare a seri danni alla nostra salute oltre a determinare un aumento di peso. Infatti, è stato dimostrato che le persone sotto stress tendono a mangiare di più, male e troppo in fretta.
Il corpo umano è programmato per affrontare le minacce esterne secondo un meccanismo di “attacco-fuga” ma il mondo in cui viviamo ora è molto diverso da quello di migliaia di anni fa dove gli agenti stressanti riguardavano le necessità primarie di sopravvivenza fisica e a volte capita che gli agenti stressanti creino un stress continuo ed eccessivo che può compromettere la nostra salute attraverso cambiamenti deleteri nella scelta del cibo [1].
L'esposizione acuta o cronica allo stress determina una serie di risposte fisiologiche e comportamentali che alterano lo stato metabolico nell'uomo [2]
Lo stress induce l’attivazione dell'asse ipotalamo-ipofisi-surrene con aumento della sintesi di glucocorticoidi (il principale ormone glucocorticoide che tutti noi conosciamo è il cortisolo la cui secrezione è indotta dallo stress sia fisico che emotivo) e della disponibilità di glucosio.
I glucocorticoidi regolano anche l'accumulo e lo stoccaggio del grasso corporeo e possono aumentare l'appetito con conseguente aumento di peso corporeo.
Inoltre, l'esposizione acuta e cronica allo stress può alterare sia la quantità sia la qualità delle calorie consumate e interagire (argomento da me molto amato) con le emozioni [3].
Quando sotto stress circa il 35-60% delle persone riferisce di mangiare più calorie totali, mentre circa il 25-40% riferisce di mangiare di meno [4]
Inoltre, lo stress altera la selezione del cibo, si scelgono cibi altamente appetibili (cioè cibi gustosi e densi di calorie contenenti elevate quantità di zuccheri, altri carboidrati e / o grassi) [5] e questo cambiamento può verificarsi anche in molte persone che riducono la loro totale assunzione calorica durante lo stress.
La scelta verso quello che viene definito “Comfort food” è dettata dal fatto che l'assunzione di cibo appetibile riduce le risposte allo stress, fornendo in questo modo un potenziale mezzo di "auto-medicazione" per alleviare lo stress.
L'assunzione di cibo gustoso e / o ricco di carboidrati è associata anche ad un miglioramento dell'umore, diminuzione dello stress percepito e ridotta concentrazione plasmatica di cortisolo [6].
E poi… passando all’argomento che mi appassiona e su cui organizzo spesso corsi in tutta Italia, esistono forti legami tra l'ingestione di alimenti ricchi di grassi e / o zucchero e la modulazione degli stati emotivi.
L'assunzione di cibo appetibile può alleviare le emozioni negative attenuando i segni di stress e ansia dopo l'esposizione a fattori stressanti o condizioni di stress cronico imprevedibile [7].
Tali reazioni emotive positive a cibi gustosi e densi di energia, comprese le loro azioni gratificanti ed edonistiche, sono considerate svolgere un ruolo significativo nell'eccesso di cibo e nello sviluppo dell'obesità [8].
Mentre l'assunzione di cibi appetibili può attenuare le emozioni negative e gli stati d'animo a breve termine, il loro consumo eccessivo che porta ad un aumento della massa del tessuto adiposo e dell'obesità può aumentare la vulnerabilità alla depressione e all'ansia [9].
Lo stress ha effetti profondi e multiformi sull'assunzione di cibo e sul peso corporeo, che spesso, come abbia visto sono stimolanti tuttavia la paura dello stress anticipato inibisce l'assunzione di cibo [10] e lo stress, la paura e l'ansia sostenuti sono stati collegati alla cessazione prolungata dell'alimentazione e dell'anoressia nervosa [11].
Questa soppressione dell'alimentazione è adattiva e promuove la sopravvivenza quando la paura è innescata da un pericolo reale (cioè, evitare il pericolo imminente ha la priorità sull'alimentazione). I meccanismi neurali che controllano l'equilibrio tra fame e paura sono quindi importanti nella funzione normale e nella malattia.
Per concludere, il nostro modo di alimentarci è determinato da tantissimi fattori che non sono legati solo al valore nutrizionale del cibo. Rivolgersi ad un Nutrizionista Sistemico permette di valutare tutti gli aspetti della nutrizione e lavorare su più livelli per recuperare il benessere fisico ed emozionale.
- Oliver, G., J. Wardle, and E.L. Gibson, Stress and food choice: a laboratory study.Psychosom Med, 2000. 62(6): p. 853-65.
- Dallman, M.F., et al., Chronic stress and obesity: a new view of "comfort food".Proc Natl Acad Sci U S A, 2003. 100(20): p. 11696-701.
- Epel, E., et al., Stress may add bite to appetite in women: a laboratory study of stress-induced cortisol and eating behavior.Psychoneuroendocrinology, 2001. 26(1): p. 37-49.
- Oliver, G. and J. Wardle, Perceived effects of stress on food choice.Physiol Behav, 1999. 66(3): p. 511-5.
- Groesz, L.M., et al., What is eating you? Stress and the drive to eat.Appetite, 2012. 58(2): p. 717-21.
- Gibson, E.L., Emotional influences on food choice: sensory, physiological and psychological pathways.Physiol Behav, 2006. 89(1): p. 53-61.
- Pecoraro, N., et al., Chronic stress promotes palatable feeding, which reduces signs of stress: feedforward and feedback effects of chronic stress.Endocrinology, 2004. 145(8): p. 3754-62.
- Fulton, S., Appetite and reward.Front Neuroendocrinol, 2010. 31(1): p. 85-103.
- Hryhorczuk, C., S. Sharma, and S.E. Fulton, Metabolic disturbances connecting obesity and depression.Front Neurosci, 2013. 7: p. 177.
- Schachter, S., R. Goldman, and A. Gordon, Effects of fear, food deprivation, and obesity on eating.J Pers Soc Psychol, 1968. 10(2): p. 91-7.
- Kaye, W., Neurobiology of anorexia and bulimia nervosa.Physiol Behav, 2008. 94(1): p. 121-35.